LA DISTRUZIONE DELLA JUGOSLAVIA  


Wolfowitz

Paul Wolfowitz, alto dirigente del ministero della difesa nel 1992 sotto l' amministrazione Bush senior,  fu, con Lewis Libby, uno degli estensori del documento "Defence Planning Guidance" con cui si ponevano le basi per una politica USA volta all' unilateralismo ed allo svilimento dell' autonomia europea in favore di una pesante ingerenza della NATO quale longa manus degli interessi USA

Libby

I. Lewis "Scooter" Libby

Cheney

Dick Cheney

Tra il 1990 ed il 1998 gli Stati Uniti perseguirono ed attuarono una politica tesa a innescare e favorire la dissoluzione della Jugoslavia. La frammentazione della repubblica Jugoslava e gli anni di caos e di violenze che ne seguirono furono dunque   opera, voluta, perseguita ed attuata negli anni  dell' amministrazione di George H. W. Bush (senior) dapprima e di Bill Clinton successivamente. Infine nel 1999 sotto la seconda presidenza Clinton fu perpetrato l' attacco militare della NATO alla Serbia ed i bombardamenti che misero in ginocchio il piccolo stato balcanico (ciò che rimaneva della repubblica Jugoslava). Dunque repubblicani e democratici perseguirono la stessa politica mirata alla distruzione, dapprima politica ed alla fine anche fisica, della Jugoslavia.

Riportiamo la traduzione (parziale) di un lungo saggio - denuncia scritto da  Ramsey Clark ex ministro della Giustizia USA sotto la presidenza Johnson, successivamente fondatore dell' International Action Center ed in tale veste sempre alla testa delle battaglie contro ogni  forma di militarismo ed oppressione. Il saggio è del novembre  2003 e ripercorre tutte le fasi della distruzione della Repubblica socialista federale della Jugoslavia ad opera e per volontà americana. 

( traduz. di Gilgamesh)


 

"Divide et impera": Breve esame della distruzione violenta della Repubblica Federale Socialista di Jugoslavia da parte degli Stati Uniti e della Nato.

di Ramsey Clark

(...) Con il collasso economico della URSS e del blocco delle nazioni dell’ est, gli Stati Uniti e diverse nazioni dell’ Europa occidentale intervengono negli affari interni della Jugoslavia e supportano i movimenti secessionisti di alcune delle repubbliche che compongono la federazione

Nel novembre del 1990 il Congresso USA varò una legge, sponsorizzata dall’ amministrazione Bush (senior) che stabiliva che tutte le forme di credito e finanziamento da parte degli USA alla Jugoslavia dovessero cessare qualora nei sei mesi successivi ognuna delle sei repubbliche che costituivano la federazione, non avesse tenuto elezioni separate. Lo scopo evidente era di disgregare la Jugoslavia creando un immediato incentivo per la secessione da parte di Slovenia, Croazia, Bosnia e Macedonia. Sotto l’ inganno di un comportamento democratico, gli USA agivano direttamente negli affari interni della Federazione.

Questa era una tecnica, finalizzata ad ottenere un cambio di regime, che gli USA avevano già sperimentato in precedenza e che adottarono anche successivamente: per esempio recentemente nel 2003 in Liberia ed in Venezuela dove insistettero perché venissero indette nuove elezioni in violazione della costituzione nazionale ed in spregio della certificazione da parte di osservatori internazionali che le elezioni che precedenti fossero state imparziali.

La storia dei tentativi e dei successi USA nell’ ottenere dei cambi di regime è anche la storia di vere tragedie per le nazioni coinvolte. Si considerino solo l’ Iran nel 1953, il Guatemala nel 1954, la Repubblica Democratica del Congo nel 1962, il Sud Vietnam nel 1963, il cile nel 1970, Haiti e molte altre nazioni. Gli USA intervennero in Nicaragua ripetutamente negli anni 80 e 90, di fatto sottraendo il paese ai Sandinisti per mezzo di un’ uso combinato di guerra economica, finanziamenti all’ insurrezione militare dei Contras, finanziamenti ai politici dell’ opposizione. In Angola gli Stati Uniti pretesero elezioni e la drastica riduzione di un terzo dell’ esercito Angolano per prevenire intimidazioni sugli elettori. Dopo che il presidente Dos Santos, che era osteggiato dagli USA, vinse le rielezioni con una straripante maggioranza, le forze ostili dell’ UNITA, guidate da Jonas Savimbi, invasero la maggior parte dell’ Angola prima di essere fermate. Il costo in vite umane e in devastazioni fu enorme. (...)

Nel momento stesso in cui gli USA legiferarono per indurre le elezioni separate in ognuno dei sei stati della Jugoslavia, essi fornirono anche aiuto ed assistenza a Slovenia, Croazia, Macedonia, a mussulmani e Croati di Bosnia, al fine di supportare la secessione e per fornirsi di armi per realizzarla.

La legge varata negli USA e riguardante la Jugoslavia, prevedeva anche che ogni repubblica che avesse tenuto elezioni indipendenti avrebbe ricevuto aiuto economico direttamente dagli USA, bypassando quindi il governo federale di Belgrado , inducendo un forte incentivo alla separazione. Il supporto economico era specificamente autorizzato per le organizzazioni “democratiche” all’ interno delle repubbliche per “emergenza umanitaria e protezione dei diritti umani”.

Questo è un mezzo usato dagli USA per creare opposizione interna e destabilizzare i governi non compiacenti, come avviene normalmente per Cuba e per molti altri paesi. E’ usato soprattutto contro governi democratici. La strategia, se finalizzata ad ottenere un cambio di regime,  supporta coloro che vogliono sovvertire il governo, altrimenti, in  situazioni opposte, è finalizzata a supportare i governi esistenti messi in difficoltà da partiti o leader ostili agli USA. Un’ agenzia governativa americana the National Endowment for Democracy (NED) eroga milioni di dollari per frustrare l’ autodeterminazione in paesi dove gli USA hanno interessi nei risultati elettorali.

Questi interventi unilaterali sono distruttivi della sovranità, indipendenza, autodeterminazione e della pace. Tali interventi dovrebbero essere soggetti a sanzioni internazionali in quanto criminali. I finanziamenti  USA specificamente e apertamente erano usati contro la Repubblica della Jugoslavia, per sostenere movimenti secessionisti in Slovenia, Croazia, Bosnia e Macedonia.

Gli USA usarono la loro influenza perché legislazioni simili fossero adottate nelle organizzazioni finanziarie e di commercio internazionale come la Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale. Questo fece sì che anche  l’ enorme potere economico della finanza internazionale si schierasse al servizio delle politiche USA di sovversione politica ed economica e scoraggiò  investimenti e commerci esteri nei confronti della Repubblica di Belgrado.

Seguendo le direttive USA, Germania, Italia, Gran Bretagna, Olanda ed altre nazioni europee parimenti minacciarono la Jugoslavia di isolamento economico se non si fossero prontamente tenute elezioni in ognuna delle repubbliche costituenti la federazione.

Furono inviate armi a Slovenia, Croazia e Bosnia dalle nazioni europee. Finanziamenti pubblici e privati furono destinati alle repubbliche di Slovenia e Croazia per armi, rifornimenti ed addestramenti finalizzati a realizzare la secessione. Il 5 marzo 1991 una base dell’ esercito federale a Gospic in Croazia fu attaccata. (…)

Le Nazioni Unite non furono capaci di incanalare i loro sforzi verso una riforma della federazione jugoslava. Il loro fallimento permise agli USA di proseguire nella loro strada con il risultato che agli USA fu permesso di creare un precedente per la loro politica dell’ unilateralismo: tale precedente  portò successivamente l’ ONU nuovamente al fallimento  nell’ opposizione all’ invasione dell’ Iraq nel 2003.

Il presidente Milosevic si sforzò con tutta la sua abilità di salvare la Repubblica Federale. Era il suo dovere istituzionale. (...)

Il 25 giugno  1991 Croazia e Slovenia annunziarono la loro indipendenza. Il secondo  smembramento della Jugoslavia (dopo quello del 1941 N.d.T.) era iniziato. Gli USA fornirono direttamente forniture militari ed addestramento per gli eserciti Sloveno, Croato e Bosniaco. Nell’ ottobre del 1991 Croazia e Slovenia proclamarono ufficialmente l’ indipendenza. La Germania subito riconobbe le due nuove nazioni, gli USA e le altre nazioni europee seguirono agli inizi del 1992.

Nel settembre del 1991 la Comunità Europea si era sforzata di avviare un accordo politico in Jugoslavia tenendo una conferenza a Hague presieduta da Lord Carrington ex segretario di stato sotto Margaret Thatcher. In novembre l’ ONU continuò gli sforzi per arrivare ad una pace stabile nominando Cyrus Vance ex segretario di Stato sotto la Presidenza Carter suo inviato speciale. (…)

Al di là degli  inadeguati, talvolta dannosi sforzi portati avanti da ONU, Comunità Europea ed altri stati, la leadership degli stati della ex Jugoslavia cercò di prevenire la guerra. In uno sforzo degno di nota, i leaders bosniaci, musulmani, croati e serbi in un meeting a Lisbona si accordarono il 19 marzo 1992 per una unica, multietnica e pacifica Bosnia. Ma Alija Izetbegovic, capo dell’ ala destra del Muslim Party for Democratic Action in Bosnia, supportato dagli USA, proclamò un governo bosniaco sotto la sua presidenza, escludendo altri partiti politici ed i leaders Croato-bosniaci e serbo-bosniaci. Scoppiò così la guerra civile che sconvolse la Bosnia per tre anni e mezzo.

Il comportamento USA era coerente con l’ enorme appoggio dato ai musulmani nella loro lotta per scacciare l’ URSS dall’ Afganistan e dato ai separatisti musulmani nelle repubbliche sovietiche a maggioranza musulmana. La violenza ed il conflitto tra i popoli slavi  ed i musulmani ha eroso il potere dei due più grandi ostacoli al dominio del mondo da parte degli Stati Uniti sino dalla seconda guerra mondiale. La guerra in Bosnia come la guerra in Afganistan portò i musulmani da tutto il mondo a combattere gli slavi. Nel processo messo in moto dagli USA è stata ingenerata l’ idea che l’ Islam fosse sotto attacco e ed è stata promossa la nascita di una resistenza militare musulmana. La politica USA ha nutrito l’ estremismo sia all’ interno della popolazione slava che musulmana contribuendo così al’ innesco di ’ instabilità e violenze in tutto il mondo.

Sotto la pressione degli USA, il consiglio di Sicurezza dell’ ONU nel 1992 impose sanzioni contro la Repubblica Federale complementari alle sanzioni unilaterali già applicate dagli USA, dichiarandola responsabile per la guerra civile nel suo territorio.

Il 27 aprile 1992 (prendendo atto della secessione avvenuta N. d. T. ), gli ultimi stati rimasti nella Federazione e cioè  Serbia e Montenegro (più le regioni autonome di Vojvodina e Kosovo) vararono una nuova costituzione creando una nuova Jugoslavia fortemente ridimensionata ed arroccata. L’ esercito della Repubblica Federale di Jugoslavia cessò le operazioni e si ritirò all’ interno dei confini della nuova federazione.

Nel maggio del 1992 Slovenia e Croazia divennero membri dell’ assemblea Generale dell’ ONU. Il 22 settembre 1992 l’ Assembra sospese la Repubblica Federale di Jugoslavia dai lavori. Anche la Macedonia, intanto si staccò dalla Jugoslavia e fu riconosciuta dall’ ONU nell’ aprile 1993.

Come conseguenza della secessione e dei conflitti che ne derivarono ebbe luogo un processo di “balcanizzazione” superiore a qualunque altro i Balcani abbiano mai registrato nella loro storia. Dilagò la “pulizia etnica” ed i rifugiati tra Musulmani, Ortodossi, Cristiani, Cattolici, Sloveni, Croati, Serbi, Macedono, Montenegrini, Rom, si riversarono verso la sensazione di sicurezza offerta all’ interno del proprio gruppo o popolazione di  appartenenza.

Per la fine del 1995 più di 500.000 serbi furono scacciati dalla Croazia, in pratica il 12% dell’ intera popolazione La maggior parte lasciò la Krajina, un’ area della Croazia nella quale i loro avi si erano rifugiati secoli prima per sfuggire agli Ottomani. Rifugiati da tutte le aree della ex Repubblica Federale di Jugoslavia, per sfuggire alle violenze, in cerca di un posto sicuro o per riunirsi  alle proprie famiglie crearono l’ area più strettamente  confinata al mondo. In totale nel 1998 la Serbia stava sopportando il peso di più di un milione di rifugiati, il che si traduceva in un enorme impatto sulla sua economia depressa.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sotto la pressione degli Stati Uniti, impose, il 30 maggio 1992, severe sanzioni alla Serbia bloccando importazioni ed esportazioni e la vitale navigazione sul Danubio, danneggiando tutte le nazioni dei Balcani, inclusa Grecia e molti altri stati europei. L’ effetto combinato delle sanzioni USA ed ONU è avvertito ancora oggi (2003 N.d.T.), e la navigazione sul Danubio solo recentemente torna lentamente a riprendersi.

Durante il 1992 l’ economia di tutte le sei repubbliche collassò. La produzione industriale crollò del 25% rispetto al 1990. In serbia il reddito procapite precipitò dai 3.000 dollari del 1990 ai 700 del 1991. Prima del 1990 il 90% di tutto il commercio della federazione era destinato all’ interno delle sei repubbliche e solo il 10% era rivolto verso l’ estero. Ma i commerci tra le repubbliche ex Jugoslave dal momento del di smembramento della federazione, crollarono radicalmente.

Un documento del Pentagono, filtrato nelle mani del NY Times e pubblicato l’ 8 marzo 1992 è un preavviso per chi  vuole intendere:

E’ di fondamentale importanza preservare la NATO come lo strumento principale della difesa dell’ occidente, nonché come il canale per l’ influenza e la partecipazione degli USA nella politica di sicurezza dell' Europa... Noi dobbiamo cercare di ostacolare la nascita di un accordo sulla sicurezza solo europeo in quanto  minerebbe la NATO

Il documento proclamava che il fondamento più importante della politica USA dovesse essere:

la percezione che l' ordine mondiale sia in definitva sostenuto dagli Stati Uniti... Gli Stati Uniti dovrebbero predisporsi ad agire unilateralmente quando le azioni collettive non possano essere intraprese

(un commento al documento, che fu stilato da Paul Wolfowitz, all' epoca sotto segretario alla Difesa, e da  I. Lewis "Scooter" Libby, è a questo indirizzo. - N.d.T.)

E' istruttivo che Dick Cheney, ora Vice Presidente  fosse in quel momento Segretario alla Difesa. Paul Wolfowitz, ora sottosegretario alla Difesa era l' autore del documento (N.d.T. l' articolo è datato novembre 2003 e Dick Cheney era già vicepresidente sotto la prima amministrazione di Bush junior, Wolfowitz, come noto, fu sottosegretario alla difesa nella prima amministrazione di Bush junior, poi dal 2005 Presidente della Banca Mondiale, carica da cui ha recentemente dovuto dimettersi a seguito di scandali)

Un pezzo pubblicato sul N.Y. Times il 29 novembre 1992 deide più chiara evidenza delle intenzioni USA. Il pezzo era titolato "Operation Balkan Storm":

"Una vittoria nei Balcani determinerebbe la leadership mondiale degli USA nell'era del dopo guerra fredda in un modo persino più definitivo  di quanto abbia fatto l' Operazione "Desert Storm".

L' autore, il generale a riposo Michael J. Dugan era il capo di stato maggiore dell' USAF nel settembre del 1990 quando gli USA stavano pianificando l' operazione Desert Storm. Il generale fu rimosso dal suo posto dopo un' intervista del settembre 1990 in cui egli elencò obietivi civili in Iraq affermando che "l' obiettivo dovrebbe essere Bagdad". La sua perdurante influenza è dimostrata da ciò che accadde su Bagdad nel 1991 ed ancora nel 2003 e, nel mezzo, da ciò che accadde a Belgrado nel 1999.

A seguito della secessione degli stati ex Jugoslavia dilagò la violenza. Ci furono brevi scontri militari in Slovenia, combattimenti e violenze si protrassero più a lungo in Croazia, mentre scontri feroci, violenze e pulizia etniche si protrassero in Bosnia per un periodo di più di tre anni sopratutto tra Serbi, Croati e Musulmani.

Gli Stati Uniti cercando di creare l' apparenza di un' azione internazionale, si servirono della NATO, da loro controllata, e senza un' approvazione del Consiglio di Sicurezza incominciarono una guerra di aggressione contro la Jugoslavia cominciando con sporadici bombardamenti in Bosnia dal 1993 al 1995. 

sotto la protezione dei bombardamenti USA dell' agosto 1995 , l' esercito croato, con l' assistenza militare degli USA e  sotto la guida dell’Ambasciata e di alti dirigenti Statunitensi,  ripulirono etnicamente la regione croata della Krajina da più di 300.000 serbi, uccidendone migliaia. Gli attacchi aerei NATO durante l' operazione contarono più di 4000 sortite.

Alla guida dell’aggressione Croata era il Generale Agim Cheku, che più tardi avrebbe comandato l’Esercito di Liberazione del Kosovo (KLA-UCK) durante i massicci attacchi aerei USA/NATO sulla Serbia, compreso il Kosovo.
Nel 1995 gli USA presero parte ai negoziati di pace in Bosnia, sostituendosi all’ONU e all’Unione Europea, procurando comunque un’ulteriore frammentazione della regione. Gli incontri avvennero nella base aerea dell’Air Force USA di Dayton, Ohio, con la presenza del Presidente Milosevic, e gli Stati Uniti imponevano il riconoscimento di una Costituzione per una Bosnia indipendente che prevedeva la divisione della Bosnia, area già ristretta e quindi economicamente impraticabile, in due parti caratterizzate da discriminazione razziale. L’accordo firmato nel novembre 1995 prevedeva la presenza in Bosnia di 60.000 uomini della NATO, come truppa di occupazione.

La violenza si espandeva dalla Bosnia al Kosovo. L’UCK, con l’appoggio degli USA, guidava una sommossa contro il governo Serbo e una guerriglia terroristica sempre più intensa contro la popolazione Serba e i cittadini di tutte le etnie leali con il governo di Belgrado. La Serbia rinforzava le forze di polizia in Kosovo per provvedere alla sicurezza e prevenire gli assalti dell’UCK.
Con l’escalation della violenza, l’Esercito Serbo attaccava l’UCK per restaurare l’ordine.                
Il 24 marzo 1999, gli Stati Uniti e la NATO dettero inizio agli assalti aerei sulla Serbia, che continuarono per 78 giorni, fino al 10 giugno, infliggendo danni per miliardi di dollari, distruggendo le strutture industriali e dei servizi essenziali della nazione, e causando la morte di  migliaia di civili. 


di Ramsey Clark - novembre 2003 (traduzione di Gilgamesh)

 

vedi su questo stesso sito la pagina dedicata all' aggressione NATO alla Serbia



fonti - approfondimenti:


http://www.iacenter.org/bosnia/balkans.htm (la pagina del sito dell' International Action Center dedicata ai Balcani)

http://www.pasti.org/kosovo3.html

http://www.rivoltaonline.org/index2.htm

http://www.pasti.org/lbianco.html

http://www.commondreams.org/views/031400-107.htm

http://www.italiasociale.org/geopolitica06/geopolitica030907-1.html